La persona, oggi come ieri, è immersa, inconsapevole, nel desiderio, nella volontà, nel bisogno di descrivere.
Gli adolescenti, e non solo loro, mentre frequentano assiduamente i social network, soddisfano primarie esigenze proprie dell’uomo fin dalla preistoria. Sicuramente in maniera tecnologicamente avanzata; ma identiche sono le strutturali esigenze cui i social rispondono. Filmini e foto dell’attimo vissuto o dei contenuti che ci hanno dato emozione e significato sono dimostrazione del permanere oltre che dell’evolversi della manifestazione di quei desideri, di quella volontà, di quei bisogni che sono sempre presenti e sempre presenti ad ogni età ed in ogni epoca.
Viene a delinearsi un nuovo modo di vivere e fare cultura.
I disegni preistorici hanno comunicato e tramandato scene della vita di allora. Montale, Pirandello e Sciascia, e tutti quanti nei tempi più remoti della storia ci hanno parlato di panorami, di emozioni, di sogni e riflessioni, diedero forma alle stesse esigenze: comunicare, condividere, descrivere.
Potrei dilungarmi ed essere più analitico ma credo che quanto sopra messo a penna basti per premessa a quanto segue.
Tutti siamo d’accordo ad affermare che la comunicazione e la condivisione sono essenziali alla cultura; possiamo, per certi aspetti, avere differenti idee su quale sia la giusta misura per noi quanto per la cultura; ma non ne sottovalutiamo l’importanza. Alcuni addirittura le esaltano.
Invece risulta sicuramente occultata la essenziale inerenza alla cultura, la esistenziale profondità, della descrizione.
Comunicare, condividere: ma che cosa?
Sicuramente una descrizione. Scrittori, registi, poeti, tutte le arti si fondano sulla capacità descrittiva. L’impeto istintivo dell’uccello di fuoco come l’ingenuità di Candy Candy. La cenerentola delle attività è il fondamento per cui passa tutto ciò che vogliamo comunicare e condividere; la descrizione è fondamento di tutto ciò che è, è stato, e sarà, cultura.
Come in un gioco di scatole cinesi, descriviamo qui dunque la descrizione.
La descrizione è la scatola che tutto contiene; come manipolando la bambolina russa: la si apre, ma nessuno più la vede perché si cerca la meraviglia, la sua originalità, in ciò che contiene.
La gnoseologia è descrizione del pensiero circa ciò che possiamo conoscere; la teologia è descrizione degli studi sui rapporti dell’uomo con il divino. Così metafisica, storia, geografia e anche lo studio di una lingua passa attraverso una descrizione. La descrizione è scelta e segno indelebile con cui un uomo trasmette, comunica, condivide.
La descrizione è l’attività necessariamente umana, e non necessariamente scritta, sempre diversa, che fonda tutto ciò che è conoscenza, arte e cultura.
La scienza stessa è descrizione sistematica e protocollata di fenomeni; e lo stesso protocollo è descrizione. I miei amati francobolli descrivono epoche e luoghi.
Io trovo che è’ necessario tralasciare la profondità nucleare e atomistica dell’essenza di ciò che ci muove, dei contenuti della descrizione, per trovare la più semplice e condivisa unità di partenza della conoscenza e della cultura, della comunicazione e della condivisione.
Enucleare e sminuzzare le particolarità profonde e specialistiche delle differenze e dei distinguo, individuare particelle e sostanze, penetrare e svelare i misteri matematici che spiegano la psiche, sono interessanti contenuti che rendono trasparente l’importanza della descrizione di tutto ciò; mortificandone l’importanza.
Non si intenda quanto considerato come un rogo dei contenuti, nulla di tutto questo. Il bisogno cui rispondo è di tornare alla semplicità unitaria superficiale di immediata comprensione ed elaborazione concettuale. Il bisogno cui rispondo è di indicare ciò su cui concentrare l’attenzione prescindendo dai contenuti umani o professionali che ciascuno ha.
La descrizione è, tra gli atti, l’unità più semplice e di immediata percezione e concetto. La descrizione della descrizione è sicuramente complessa ma restituisce la descrizione alla sua dignità come strumento di conoscenza e cultura altrimenti dimenticata.
L’abilità, il talento, la capacità necessaria per descrivere, le scelte operate per giungere alla descrizione, sono manifestazioni concrete di griglie conoscitive che si esaltano e vivono così la possibilità di essere comunicate, condivise; di fare cultura.
L’importanza della descrizione è generale ed è parte esistenziale del nostro essere nel mondo e con noi stessi.
Anche la giustizia è descrizione.
La sentenza di un giudice si fonda su una descrizione di fatto ed in diritto. Dopodichè si descrivono i motivi che portano alla decisione. La descrizione dei motivi è tale che quella e solo quella può essere la decisione.
Ma lo stesso Diritto è un insieme di regole che descrivono comportamenti da tenere o da evitare applicando poi sanzioni e nullità.
La critica è sicuramente importante ma ancora più importante è saperla descrivere per poterla condividere, comunicare. Bisogna insegnare a descrivere prima che a criticare.
La descrizione vive perché è viva in chi la legge, la sente, la vede, la pensa: nella descrizione passato e futuro e finanche l’inesistente diventano vivo e presente.
La descrizione dei sensi e delle idee, dei sogni, degli incubi e delle emozioni, dentro di sé e nel mondo, è talmente complessa e intrecciata che ciò emerge in superficie è solo la semplicità coerente del taglio dato; la descrizione è sempre parte di un tutto che nella sua interezza è indescrivibile e che pure così viene comunicato, trasmesso, condiviso; un tutto, quello della descrizione, in cui si fa presente il passato, il futuro e la fantasia; un tutto solo immaginabile.
Esaltare la descrizione, descriverla, è importante ai nostri tempi più che nei tempi andati o lontani perché la tecnologia è prepotente e toglie il senso di ciò che è proprio dell’uomo. Anche quando, come nei social, della descrizione resta solo il momento della scelta della foto,del filmino, della vignetta da inoltrare.
Facciamo capire (anche) ai nostri figli che la condivisione, la comunicazione e quindi la possibile soddisfazione dei loro desideri, delle loro volontà e soprattutto dei loro bisogni sono dipendenti dalla loro capacità di descrivere e legati quindi al capire l’importanza, la profondità esistenziale della descrizione. Con la fiduciosa speranza e augurio che diventeranno così più consapevoli di se stessi e del proprio rapporto con questo mondo e con la sua veloce evoluzione.
La descrizione descrive la propria identità, e ne fa parte.
Una speranza ed un augurio anche per noi …. Un pò più adulti. J