Tutto cominciò
senza ricordo,
non senza motivo,
indifeso offeso
senza reazione
per innata
educazione.
Contrariato dal contrasto
umiliato perché escluso,
confinata intersezione
di un insieme.
Sordo al rumore
della delusione
il vuoto sento
ma senza rassegnazione,
per finta gioca,
ma senza partecipazione.
Coerenza preme
tutto silenzioso tiene
e il tempo perde senso:
senza fondo, senza verso
tutto dentro immerso.
Ogni tanto ora
ancora sbircia,
non diretto,
di nascosto
osserva.
Deluso di deludere
ansia pure cavalcando
colpevol per orgoglio
inerme
il vuoto teme
ma ormai senza giudizio
geme.
Solo, fermo
come albero all’incrocio
piantato e perso
e dal cemento eroso
qualsiasi verità
perdeva senso:
senza fondo, senza verso
tutto dentro immerso.
Non richiesta
dall’oscuro venne sentenza
responsabilità adducendo;
inaspettata,
fu severa considerazione;
accettata
fu goccia di calore:
generò linfa vitale.
Sorrise dentro
senza indignazione
sbirciò fuori
di nascosto,
nel buio osservò
tutto ancora indistinto,
ma ora uscito,
ma aveva vinto.
Da allora,
tronco e fronde
segnati
da intemperie,
ancora sbircia,
non diretto,
ai più nascosto
osserva.
Fabio Vescovi
Giugno 2021
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